Anfiteatro delle Cascine
Firenze, 22 Luglio 2000

Assistere ad un bel concerto è sempre un piacere, specie quando a dividersi la scena e gli applausi del pubblico sono due dei cantautori più in forma del panorama musicale italiano. Marco Parente e Cristina Donà si sono dati appuntamento a Firenze (città dove Marco vive ormai da anni) in una fresca sera d'estate, lontano dal tempo e dall'afa che si respira di giorno nel capoluogo toscano.

A differenza di altre serate che li hanno visti insieme sullo stesso palco (Marco e Cristina hanno suonato insieme con Stefano Bollani e Christian Calcagnile a Gabicce Mare a Maggio, N.d.A.) la serata ha offerto due concerti separati, prima di Marco e poi di Cristina. Che la serata sia una di quelle da incorniciare e di cui vantarsi nei mesi successivi lo si intuisce subito quando i due aprono il concerto duettando in una meravigliosa versione acustica di Senza voltarsi avvalendosi "solo" delle loro (bellissime) voci e della chitarra di Marco.

Il tempo di far uscire Cristina dal palco e far entrare i suonatori di Marco (Erika Giansanti, Paolo Clementi, Gionni Dall'Orto e Andrea Franchi) e il set del cantautore napoletano si apre con Cuore distillato. La band è in ottima forma e la sintonia tra la chitarra di Marco e la viola di Paolo è perfetta. Seguono altre canzoni (poche, purtroppo), in tutto sei, tre dal primo album Eppur non basta e altrettante da Testa, dì cuore: tutte molto ben interpretate con piglio creativo e ricerca di nuovi arrangiamenti e sonorità, specie nei finali, dove spesso Marco si abbandona a veri e propri deliri danzanti, ballando sul palco tra le due viole simmetricamente disposte.

Indescrivibile l'abbigliamento da "santone" di Gionni, che sfoggia una tunica bianca e occhiali scuri da sole. Il suo basso non è solo accompagnamento ma vera e propria fonte di

ispirazione per improbabili scenette improvvisate sulla scena: singolare infatti l'intro rap a Succhiatori che Gionni, particolarmente ispirato, canta con le movenze di un divo rap, e la ripresa in Falso Movomento fatta di battiti di mani (Marco coinvolge anche il pubblico, N.d.A.) in cui Gionni ritma il "falso movimento" con una scopa.

È poi il momento di Cristina Donà, che, oltre ai suoi soliti suonatori (immancabile la presenza di Chrisitan Calcagnile alla batteria) porta sul palco Giovanni Ferrario (chitarrista degli Scisma e produttore del loro ultimo album Armstrong, N.d.A.). La sua esibizione è più articolata e lunga (13 canzoni) e assume la forma di vero e proprio concerto. Il contatto con il pubblico, così come avveniva per Marco, non si interrompe, e la gente presente nell'Anfiteatro delle Cascine, ascolta attenta la musica mai scontata e mai banale della Donà, che apre con la title-track del suo ultimo album Nido.

La luna è alta in cielo e si diverte a giocare con i giochi di luce del palco e il fumo che spesso avvolge la cantante, nascondendola alla vista, ma lasciandoci la sua splendida voce, che prosegue alternando brani dei due album, con una leggera preferenza per i brani di Nido.

Trovano spazio nella serata Qualcosa che lasci il segno, Terapie, L'ultima giornata di sole e la leggerissima Goccia, dedicata da Cristina a Marco. Il set si conclude con l'accoppiata Ho sempre me, Stelle buone, che rende merito al suo ottimo album d'esordio (Tregua, N.d.A.), e Mangialuomo. Sono quasi l'una di notte, la luna è sempre a guardarci, c'è giusto il tempo di

un bis di Cristina con Tregua, ma non c'è purtroppo più tempo per rivedere i due "fratelli" della canzone d'autore ancora una volta insieme sul palco, nonostante il pubblico continui ad applaudire e a richiamare sul palco i due; ma è tardi e il concerto si chiude.

Grandi voci quelle di Marco e Cristina, e grandi invenzioni d'autore nei loro brani. Inoltre i loro concerti sono sempre occasione di incontro e conoscenza tra persone accomunate dalla passione verso un mondo musicale di qualità. In particolare il concerto di questa sera è stata l'occasione di incontro per i visitatori del nuovo sito di Marco Parente, (http://www.marcoparente.cjb.net) che da più parti d'Italia sono giunti a Firenze per conoscere altre persone dai gusti musicali "affini" e per assistere a questo, lo ripeto, bellissimo concerto.

Paolo Fidanzati

Soffia ancora... Una volta ancora ...Prima che sia troppo tardi ...soffia