Slovenly Club
Napoli, 24 Febbraio 2004

Alla scoperta di costanti e delicate emozioni
"L'attuale jungla" di Marco Parente

Doveva essere un’improvvisata, giusto per evitare di passare una serata in strada... poi si è rivelata un’ottima occasione per conoscere un lato inedito della musica di Marco Parente, rivisitata in un’insolita formazione a tre: Alessandro Stefana (Asso), alla lap steel e chitarra elettrica, Enrico Gabrielli ai fiati e pianoforte, e Marco Parente voce e chitarra.

Dopo un breve show case di presentazione dell’ultimo disco live, "L’ Attuale Jungla", svoltosi alla Fnac nel pomeriggio, Marco Parente replica la sera allo Slovenly con un concerto di un’abbondante ora e mezza, durante la quale ripercorre gran parte della sua carriera. Le performance non si ripetono mai uguali, neanche quando si susseguono nell’arco di poche ore: così come ogni luogo necessita di un suo abito, altrettanto le canzoni si adeguano e nell’esibizione alla Fnac, queste si vestono di toni jazzati, adatti ad un ambiente da salotto, colto, con sfumature che sapientemente salpano da ricami e mille intrecci sonori e approdano nel minimalismo.

Nello Slonvenly invece le canzoni si adeguano all’ambiente del più lercio dei locali dell’underground privilegiando l’impatto fisico prima ancora di quello emotivo. In un’atmosfera informale e rilassata, si susseguono piccoli classici come "Karma Parente" ed "Il Mare Si E’ Fermato"(nella cui lunga e travolgente cosa strumentale Marco Parente arriva a suonare addirittura una sedia) e ripescaggi inaspettati come "Cuore Distillato", pezzi semi inediti come "Inseguimento Geniale" (dedicato a Cristina Donà, la quale ha suggerito a Parente il titolo della canzone attraverso un sms) e brani dal forte impatto emozionale come le versioni ridotte all’osso di "Davvero Trasparente" (che ha aperto il concerto) e "Rampe Di Slancio" (che lo ha chiuso). Un vero e proprio tuffo nell’acqua, quasi preannunciato nell’intenso blu della copertina, vibrante, come la lap steel che funge da eco trascinando le parole rincorse poi dal clarinetto; il flauto malinconico che accompagna "l’urlo imploso"di "Anima Gemella"e i sussurri in questo affascinante vento musicale, danno vita a tenue visioni.

A dare concretezza ed ombra a questo tono velato, scivoloso, accompagnato da chitarre ubriache, sono i momenti di virtuosismo cadenzati e incalzanti che ci riportano alla realtà, destandoci da questo viaggio ipnotico ed esotico, dunque le canzoni con i loro momenti di quiete e rapsodia in punta di piedi nonostante una generale asciuttezza dell’assetto contribuiscono a rendere vario il concerto che regala ai presenti costanti e delicate emozioni.

di Federica Di Lorenzo (cherryfe@katamail.com)
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