La Casa 139
dal sito di MusicbOOm

Come suonano i libri

Non è un vero e proprio concerto Il rumore dei libri, lo spettacolo che Marco Parente sta portando in giro in questi ultime settimane in compagnia di Enrico Gabrielli (pianoforte, melodica, fiati e tant'altro), Massimo Fantoni (chitarra elettrica e chitarra preparata) e Dario Buccino (musicista contemporaneo alle prese con un foglio di lamiera da percuotere e fare vibrare secondo una tecnica da lui stesso concepita). E’ piuttosto una performance, ma sarebbe meglio dire un "atto artistico", sul suono delle parole e di ciò che le contiene: il libro. Libro che alla fine dell’ora e poco più di esibizione del quartetto viene sfregato, percosso, e alla fine distrutto e "mangiato" dallo stesso cantautore tosco-napoletano, come una sorta di atto definitivo (e in qualche modo, crediamo, dichiarativo) di una serata che ha coinvolto brani presi da tutto il repertorio e riproposti per l’ennesima volta sotto nuove vesti, scampoli teatraleggianti e rumoristici (del sale gettato a terra e poi schiacciato coi piedi in un gioco di sfrigolìi d'antan dall'impatto davvero suggestivo), registrazioni di readings poetiche prese dall’archivio sonoro Elytra e strumentali dal piglio nervoso e destrutturante.

Testa di cuore viene cantata all’interno di un parallelepipedo di metallo con indosso una maschera di occhio ciclopico; Il fascino del perdente innestata su un inquieto frame recitativo e spezzettata in microscopici battiti delle sei corde; Come un coltello resa funambolica nell’ interpretazione e virginale nell’arrangiamento (piano più chitarra con archetto); Il mare si è fermato, la migliore tra tutte, dilatata nelle consuete derive rumoristico-ambientali e conclusa in una forsennata contesa tra il pianoforte e una sedia battuta a terra. Parente non ha paura di non farsi capire dal pubblico perché sa di avere tra le mani uno spettacolo difficile da comprendere nel suo insieme ma capace di regalare singolarmente diversi momenti di (inquieto) pathos. E difatti il pubblico della Casa139 di Milano, all’inizio dubbioso se interrompere o meno con gli applausi un fluire di esperienze tanto eccentrico quanto affascinante, piano piano si scioglie e gli tributa il giusto riconoscimento.

Da parte nostra, una nota di merito per la volontà di concepire una situazione sicuramente inconsueta ma tutt’altro che sterile a livello fruitivo, e l’ennesima conferma di avere a che fare con uno degli artisti più imprevedibili e – passateci il termine – avanti del panorama cantautorale italiano.

di Luca Barachetti
Comunicato stampa
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