L'attuale jungla
03 Febbraio 2003
Allora Marco, spiegami un po' cosa c'è dietro a questo progetto live, perché "un disco live lo fanno tutti. Un nuovo progetto live lo fa solo Marco Parente" (come recita la pubblicità radiofonica, NdA.)
(risate) Non volevo fare il solito disco live autocelbrativo con la semplice ritrasposizione dei soliti pezzi. Questo disco nasce dall'esigenza di indirizzare nelle giusta strada una delle varie anime presenti in Trasparente. Come la parte sperimentale ed elettronica era stata portata avanti nella data del 13 Dicembre 2002 in collaborazione con Lorenzo Brusci, la parte più classicheggiante ha trovato la sua esperienza dal vivo nelle date insieme alla Millennium Bugs' Orchestra di Mirco Guerrini. Questo nuovo disco non fa altro che definire al meglio questo percorso, che comunque già faceva parte di Trasparente, esattamente come Pillole Buone ha fatto per la parte sperimentale.
Tutte le scelte riguardanti questo lavoro sono state prese in modo da dare al disco una propria autonomia, a partire dalla scelta dei pezzi fino a quella di dargli un titolo.

Parliamo di queste due cose. Per la scaletta ovviamente ti sarai basato sulla resa dei pezzi, oppure avevi già un'idea di base?
No. L'idea non c'era. Al massimo c'erano delle preferenze personali, ma alcune non sono state rispettate, ad esempio mi sarebbe piaciuto mettere Falso Movimento. I pezzi scelti sono quelli che meglio si avvicinavano all'idea di disco cui si parlava prima, quelli che meglio rappresentano delle reintepretazioni delle canzoni dei miei dischi e non delle semplici riproposizoni con diversi arrangiamenti.
Fuck art & let's dance ad esempio mi sembra particolarmente riuscito in quest'ottica: il suo senso viene completamente stravolto. Su questo pezzo in particolare c'è da dire che Mirko non aveva neanche una scaletta, ma ogni musicista rappresentava una sorta di cellula autonoma che veniva chiamata in causa in maniera del tutto casuale, una sorta di elemento di disturbo del pezzo vero e proprio, suonato dalla mia band.
Una cosa importante da aggiungere è che i vari pezzi non stati mixati. Non è stata fatta la classica operazione di taglia e cuci del solito pezzo registrato in più date in modo da costruirne uno perfetto, è stato scelto il migliore e quello è stato proposto, con tutti i pregi ma anche con tutti i difetti. Sarà per questo motivo che nel disco non è presente neanche uno dei pezzi suonati nella prima serata (quella del 21-05-2003 alla Stazione Leopolda di FI, NdA). In quella particolare circostanza c'era ancora un'idea troppo forte di "spettacolo", con la banda di fiati che doveva interagire meno nella prima parte per poi montare nella seconda, cosa che strideva con l'idea alla base del disco.

E per quanto riguarda il titolo?
Il titolo è quello dell'unico pezzo non musicato del Libro Trasparente. Mentre tutti gli altri sono i testi delle canzoni del disco o di quele eslcuse, questo è l'unico a sé stante. Mi sembrava giusto usarlo in quest'ambito. Poi, come sempre, le interpretazioni sono personali.

L'ultima battuta sulla veste grafica...
Anche in questo caso la parte grafica è stata curata da Samuel Calvisi. A differenza delle altre volte, nelle quali ha lavorato su materiale di altri, in questo caso ha fatto tutto lui. La foto di copertina (i cavi dell'alta tensione di una linea ferroviaria, NdA), con quei cavi che ricordano un omino stilizzato, si riallaccia comunque alla linea grafica degli altri lavori legati a Trasparente. Il preistorico lucertolone dietro invece crea una buona contrapposizione, richiamando quella all'interno del disco stesso.

A cura di Simone Civai

Apri gli occhi... Verso la guarigione