Blow up
Giugno - Luglio 1997

Marco Parente, "Eppur non basta"

Ancora il nome di Sylvian fa capolino fra le righe di Eppur non basta, CD di esordio di Marco Parente, già batterista-percussionista con CSI e Chimenti. Ed ancora una volta il glaciale sentire dell'ex Japan è ibridato con caldi flussi mediterranei.

Ma non nella riviera dei fiori bensì all'ombra del Vesuvio va cercato in questo caso il punto di riferimento, cioè nel primo Alan Sorrenti.

Atmosfere vellutate e dilatate, che a tratti esplodono in attimi di controllato rumore, a cui lo splendido onnipresente suono delle due viole dona un etereo sapore cameristico.

Grande lavoro in fase di arrangiamento, nulla è fuori posto o sopra le righe. Ritmi tipicamente latini (Musica per) o esuberanti jazzismi (il finale della delicata e bellissima Il mare si è fermato, probabilmente il top del disco, con la tromba di Luca Marianini in libera uscita) sono cesellati alla perfezione nel contesto generale.

Insieme strumentali sfociano a volte nella dissonanza, ma senza mai esagerare, come ben si addice ad un contesto pop. E questo vuol essere Eppur non basta, musica pop di fine millennio (parafrasando un titolo dell'album). "Aliena certo", come la collana in cui è inserita, ma pur sempre musica pop, un buon mattone posto nell'edificio atto a rinnovare l'Italica melodia.

Da segnalare infine un cameo della primula rossa della canzone italiana (Carmen Consoli, chi altri mai!)in Oio.

Gran disco.

Apri gli occhi... Verso la guarigione