Trasparente
Album, Mescal (2002), MES 672877 2
da Alternatizine


E’ tempo di riconferme per Marco Parente. Dopo i buoni risultati ottenuti con Testa di cuore, Trasparente, fine "jeu de mots" in cui s’intersecano tanto il cognome quanto la capacità dello stesso musicista di saper offrire in musica le proprie sensazioni, si può considerare infatti come il disco della consacrazione.

Concepita a distanza di tre anni dalla precedente, questa terza prova del cantautore campano, trapiantato da parecchio tempo in quel di Firenze, vanta la presenza di Manuel Agnelli nel ruolo di produttore artistico, ormai abile scopritore di talenti, capace di restituirne l’effettivo valore. E quando si parla di uno dei suoi protetti, in questo caso non un novellino, la tematica del cantautorato italiano assume connotati ben diversi da quelli della vexata quaestio che continua a fare rumore a causa di una proliferazione di prodotti di scarsa qualità.

Detto ciò Trasparente è un lavoro che, proprio in virtù di un’ottima produzione, ci fa scoprire un musicista dignitoso, dotato di eleganti mezzi espressivi che fin da Eppur non basta (datato 1997) aveva iniziato a sperimentare in maniera abbastanza convincente.

Così l’ouverture del disco è affidata a Lamiarivoluzione, ipotetico singolo dalle potenzialità indecifrabili seguito dal riff di scolpisciguerra, in cui la formula apparentemente facile del rock marleniano diventa la cornice di un testo in cui gli azzeccati accostamenti terminologici (armi-bellezza) risultano quantomeno ossimorici.

Mentre in Farfalla pensante e Come un coltello si denotano invece timbriche buckleyane e scorci attinti dalla creatura di Tom York e soci , è in Adam ha salvato Molly e in Davvero trasparente che emerge il lato più originale dell’attitudine innovativa di Parente.

In entrambe si mescolano con sapienza arrangiamenti che rimandano al jazz (buona l’intesa con la Millennium Bugs’ Orchestra diretta da Guerrini) sottoforma di substruttura minimale laddove l’improvvisa rarefazione del suono mette in evidenza la voce come in una dissolvenza incrociata.

Insomma, se il difetto maggiore delle produzioni italiane consiste ancora nella poca credibilità è solo grazie a certi artisti che le sorti della musica nostrana possono essere risollevate. E tra questi, senza dubbio, ora c’è anche Marco Parente.

Luca Sulis

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