Libro trasparente
Libro, Edito da City Lights Italia
da Video Musica


È una bella sorpresa che finalmente un cantante di quelli etichettabili come poeti, non sfugga nei consueti luoghi comuni del 'sono solo un cantante' e si confessi esplicitamente per quello che è.

Marco Parente forse stava giochicchiando col suo nome. Uno come lui, che con le parole ci lavora quotidianamente, che se le sente ronzare in testa da mattina a sera e le diluisce in musica ... cos'altro immaginare se non che stesse giochicchiando col suo cognome e magari stesse pensando che mettere un tras- davanti a parente potesse avere significati imprevedibili? Certo perché il prefisso tras (dal latino trans) significa 'al di là, oltre', come sanno bene gli abitanti di Trastevere e altri generi di cittadini del mondo... Forse ha pensato che tras-parente potesse alludere al superarsi, all'andare oltre se stessi, all'oltrepassare i confini della propria individualità o magari delle apparenze. Forse. Certo poi 'trasparente' ha assunto significati più immediati. E guardando il retro di questo piccolo libro di poesie pubblicato per la City Lights Firenze in effetti se ne può avere un'idea precisa. La ricercata edizione è infatti chiusa da un 'estratto' di qualche vocabolario che descrive i significati del termine: principalmente tre: fisico, iperbolico e figurato, ossia oggetto 'attraversabile' che consente una visione al di là; allusivo della sottigliezza di un oggetto; espressione autentica (sguardo trasparente), ovvero limpidezza, schiettezza.

Quale sarà il significato che ha condotto Marco Parente nella cura del suo disco (un grande successo di critica) e di questo libro? A giudicare dalle apparenze si potrebbe dire il primo. Così come per il libretto che accompagnava il disco, anche quest'edizione di poesie è caratterizzata dalla trasparenza. Pagine sottilissime che lasciano intuire le seguenti e sulle quali disegni e parole quasi si confondono, di pagina in pagina, di pensiero in pensiero.

Certo non sembra che il significato sia il secondo. Che Parente voglia attribuirsi in maniera paradossalmente autoironica una quasi invisibilità? Che voglia dire della sua opera 'è così sottile che quasi non si vede'? Molto più probabile invece che il significato infine prevalente sia il terzo. L'autenticità, la schiettezza di un ragazzo che ha voluto seguire la propria strada, anche a costo di inevitabili delusioni. A vederla così, forse finisce per essere inutile qualsiasi commento sulle liriche. Conosciamo infatti le capacità del Parente scrittore di testi. Ma qui si tratta di poesia. E la poesia non si commenta. Si legge.

È però una bella sorpresa che finalmente un cantante di quelli etichettabili come poeti, non sfugga nei consueti luoghi comuni del 'sono solo un cantante' e si confessi esplicitamente per quello che è. Dopo quello che resta uno dei migliori dischi italiani dell'anno, Parente è stato capace anche di questa schiettezza: sì, sono un poeta! Leggiamolo, allora: "cammino nella tua bocca / come un bambino / a cuore aperto / che inonda il mare / dove risplende / la prima parola / detta in silenzio / come un cristallo / si stacca / dagl'occhi al cielo / dal cielo alla terra / e così via / fino alle sponde di te / su questa riva / alla deriva / camminiamo..."

Matteo Nucci

non dorme la notte.. per chi veglia su un dubbio..