5 marzo 2003
MARCO PARENTE + JONT
L'appuntamento di marzo che vede salire sul palco del Teatro alla Cartiera il giovane poeta/musicista fiorentino Marco Parente.
Tra tante proposte di musica straniera ogni anno Dissonanze Armoniche cerca di proporre almeno una figura italiana che rappresenti una parte qualitativamente importante dell'alternativa made in Italy. Quest'anno è la volta di Marco Parente, cantautore di trentaquattro anni, che ha inciso, sino ad ora tre album ma con esperienze importanti alle spalle con le collaborazioni con i C.S.I. come percussionista negli album Ko de mondo (1994) e Linea Gotica (1996) ed il contributo a L'albero pazzo di Andrea Chimenti.
La carriera artistica di Parente conosce una svolta nel 1997 grazie alla pubblicazione del suo primo album solista Eppur non basta, inciso dal C.P.I. nella collana i Taccuini. Si tratta di un esordio importante che lo mette subito in risalto come figura interessante del cantautorato italiano più attento alla ricerca di suoni e contenuti.
Nel 1999 esce il suo secondo lavoro solista Testa, dì cuore nel quale collaborano figure di spicco come quella di Cristina Donà.
Gli anni successivi inizia l'esperienza che porta alla collaborazione tra Parente e Manuel Agnelli (Afterhours) ed alla produzione di quest'ultimo nel terzo ed attuale lavoro discografico di Marco.
Il titolo Trasparente (2002) sembra suggerire un gioco ambiguo tra realtà ed interiorità così come i suoni ed i testi. Si tratta di un lavoro complesso e importante che ottiene un incondizionato riconoscimento dalla critica non solo della stampa alternativa e musicale ma anche di quella più ufficiale ma altrettanto attenta alle diverse forme della cultura nazionale.
Infatti, l'ormai insostituibile premio letterario GRINZANE CAVOUR che nel 2002 ha deciso di allargare i propri orizzonti anche alla musica italiana, decide di premiare Marco Parente "per aver creduto nella ricerca sonora e testuale, muovendosi tra rock e poesia, intuito e ragione, raccontando storie di passione e disagio, oltre quella linea d'ombra che separa la malinconia dal dolore".
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